venerdì 30 novembre 2012

CAPPELLI & CO.

Ogni tanto, vedendoli nei negozi, sogno di comprarmi un cappello a tesa larga, di quelli che danno subito quell'aria da "diva che vuole nascondersi dai flash dei fotografi".


Fino ad ora, non l'ho ancora fatto: un cappello così si fa certamente notare e seppur si vedano spesso in vendita, mi è capitato raramente di vederne indossati. C'è anche da considerare che un cappello di questo genere, richiede un abbigliamento adeguato: non credo che stia bene con il piumino, ma ci vorrebbe un cappotto...
Veniamo al punto. I cappelli in sé mi affascinano, anche quelli di altre forme: non so esattamente cosa sia ad attrarre la mia attenzione... forse il cappello dà subito una "cornice" diversa al viso, mettendolo in risalto, o al contrario, calandolo sugli occhi, crea un alone di mistero (beh, questa forse è un'immagine un po' troppo da film!).
Allo stesso tempo, però, ci sono un mucchio di dubbi che frenano la mia voglia di indossarne uno: primo fra tutti, l'effetto "appiattente" sui capelli... prima o poi il cappello andrà tolto, e a quel punto...
Nonostante questo, da un paio di inverni a questa parte, ho iniziato a mettermi la berretta, forse perché ne ho trovata una che mi piace davvero. Non avrà lo stesso fascino ed eleganza del cappello, però tiene caldo!
Quest'anno però avrà una degna rivale: già a settembre, in piena mania da uncinetto, me ne sono fatta una nuova di un bel verde petrolio... sto solo aspettando che le temperature si abbassino ancora di un paio di gradi per metterla!

Vi lascio con una selezione di cappelli...


...e di berrette.


C'è qualcosa che fa per voi?
I miei preferiti sono il basco fucsia, il cappello a tesa larga nero e la berretta grigia con i fiocchetti!

Se state pensando a come ripararvi dal freddo, date un'occhiata anche a Piumino vs Cappotto.

domenica 25 novembre 2012

FaiDaTe: COLLANA BRONZO E NERO OPACO

Se questa collana poteva sembrare l'apoteosi (usando un parolone!) della simmetria... quest'altra, di simmetrico, non ha proprio niente... ed è proprio per questo motivo che mi piace!


Il risultato è un mix molto vario, ma mentre la montavo mi sembrava che ogni pezzo andasse al suo posto naturalmente, anche la farfalla, che sembra quasi si sia appoggiata lì per caso...
Questa collana mi ha ispirata in tal modo che ho anche preparato un "set" più elaborato per le foto: non so perché, ma mi fa un po' venire in mente il deserto... quindi via di pianta grassa e verde militare sullo sfondo!


E' decisamente una collana abbastanza ingombrante: è lunga, elaborata, quindi va portata sopra qualcosa di liscio, ed è di grande aiuto se si vuole ottenere un effetto allungante! L'ho indossata spesso abbinata ad un abitino di lana a collo alto e che non arriva al ginocchio: la differenza senza e con la collana si nota eccome!

mercoledì 21 novembre 2012

UN CLASSICO: LO SCOZZESE

Lo scozzese, o tartan, che dir si voglia. 
Periodicamente ci viene riproposto, soprattutto in inverno, sotto qualche forma. Che sia l'accessorio o un capo di abbigliamento, non fa in tempo a passare di moda, che lo ritroviamo nelle vetrine.
Personalmente, mi piace. Sarà che ci sono cresciuta: mia nonna ha fatto per anni pantaloncini per bambini, soprattutto scozzesi, quindi io, sotto forma di pantoloni, gonne a pieghe e kilt, l'ho portato da quando ero in fasce fino quasi alle medie.
Mi piace perché smorza la monotonia del "tinta unita" in un modo che è comunque classico e, per quanto ci si possa sbizzarrire, con una fantasia prevedibile.
L'origine di questo tessuto è molto antica, pare non si sappia esattamente da quando sia in uso, ma la sua diffusione risale al XVII e XVIII secolo. I clan tartan, ossia i tartan legati ai clan, risalgono agli inizi dell'800, e vige il divieto di usare il tartan di un clan se non vi si appartiene.


Ma veniamo al dunque, perché tutta questa storia?
Perché ieri dal mio armadio è riemersa una gonna di qualche tempo fa, non c'è nemmeno bisogno di dirlo, scozzese.
Se ne stava lì appesa con discrezione da non mi ricordo quanti anni (direi almeno 5 o 6), e l'ho usata davvero poco. Provata: è ancora buona e mi sta.
Ha una bella forma svasata (lo scozzese è in diagonale) ed è lunga al ginocchio, in pratica perfetta per la mia forma a pera. Beh, "perfetta", una gonna scozzese bianca e nera attira senza troppa fatica lo sguardo proprio  lì, dove è il mio punto più debole, però scivola perfettamente sui fianchi, e abbinata nel modo giusto non dovrebbe stare male!
Ecco, "modo giusto" per me significa "con tanto nero" (maglioncino, calze, scarpe/stivali, piumino, borsa), non vedo altra soluzione con una gonna così... Avreste qualche suggerimento?

giovedì 15 novembre 2012

CosaMiMetto?: IL COLLOQUIO

Dopo aver trovato tra la miriade di offerte di lavoro quella che fa per noi, aggiornato il nostro curriculum, preparato una bella lettera di presentazione e inviato la candidatura... finalmente arriva la telefonata: il giorno dopo alla tal ora ci dobbiamo presentare in ufficio dal Dott.PincoPallino per un colloquio!
Quindi, dopo il balletto di felicità, inizia la raccolta di informazioni per non fare brutta figura e lo studio dell'itinerario per raggiungere il posto, e fino a qui "tutto tranquillo"... poi arriva la fatidica domanda: cosa mi metto??

Credo sia impossibile trovare delle regole di abbigliamento valide in ogni situazione, infatti molto dipende dalla posizione per cui ci si sta presentando e dal luogo di lavoro: una posizione di broker in Borsa, richiederà un abbigliamento diverso rispetto alla posizione di addetta alle vendite da H&M!
Oltre, quindi, a essere adeguati al luogo e lavoro, bisogna sicuramente presentarsi in ordine... ed è fondamentale sentirsi a proprio agio. Io per esempio indosso poco le camicie perché mi sento "legata", quindi ancora meno le indosso quando vado a un colloquio: non vorrei che la mia espressione di fastidio dovuta alla camicia sia mal interpretata! Allo stesso modo non mi metto le scarpe con il tacco se so che dovrò fare un lungo tratto a piedi: non vorrei proprio arrivare e stringere la mano con un'espressione dolorante sul viso...

Certo, sentirsi a proprio agio, non significa indossare una tuta o i nostri jeans preferiti se non sono adeguati al ruolo, ma qualcosa che ci faccia sentire bene e non ci crei ancora più stress di quanto non faccia già il colloquio in sé. Magari qualcosa che ci faccia sentire sicure, ci piace e ci dia maggiore stima di noi stesse (queste pillole sono frutto di un piccolo corso sulla PNL: in estrema sintesi, se ci vestiamo in un modo che ci piace e ci fa sentire bene, se sentiamo di dare di noi una buona immagine, il nostro atteggiamento ne trarrà vantaggio perché avremo maggiore autostima e quindi anche più sicurezza).

Arriviamo agli esempi. Questa settimana sono andata a 2 colloqui (incrociamo le dita).
Dato che, se trovi un look che ti sta bene e in cui ti senti a tuo agio, non rinunciarci, tra uno e l'altro ho solo fatto qualche modifica, ma la base è identica: innanzitutto lo stesso maglioncino (molto simile a quello dello foto, ma con lo scollo tondo), e poi un "sotto" nero.
Nel primo caso ho dovuto fare un po' di strada a piedi e girare sui mezzi di Milano, quindi ho preferito mettermi delle scarpe comode. La scelta è caduta sugli stivali a tacco basso, che trovo stiano abbastanza bene abbinati ad una gonna leggermente svasata: libertà di movimento, comodità, stile curato e classico.
Quando invece sono arrivata con la macchina proprio fuori dalla sede del colloquio, mi sono concessa delle francesine con tacco alto abbinate a dei pantaloni dal taglio classico: chissà perché, i tacchi mi fanno subito sentire più professionale...

In conclusione: a un colloquio io preferisco un abbigliamento classico, innanzitutto perché non si può mai sapere chi si avrà davanti e come potrebbe reagire ad un abbigliamento troppo azzardato, inoltre perché essere ricordata solo per "la maglia a fiori" che ha attratto tutta l'attenzione dell'interlocutore facendolo distrarre dalle nostre parole non è l'obiettivo del colloquio!

Voi cosa ne pensate? Avete qualche outfit studiato per questa occasione?

domenica 4 novembre 2012

FaiDaTE: SPILLA PERLINE E UNCINETTO

Questo progetto è molto semplice, ma per portarlo a conclusione ci ho impiegato almeno 3 settimane.
Avevo già in mente l'idea di ciò che volevo creare, ma essendo questa la mia prima spilla e io alle prime armi con l'uncinetto, l'idea ha dovuto prima maturare un po' e poi, in fase di realizzazione, i progetti iniziali sono stati ulteriormente rivisti. Infatti all'inizio volevo fare un centro di perline tondo e compatto, e invece ho fatto un fiore; il fiore all'uncinetto volevo farlo con petali doppi, e alla fine l'ho fatto liscio visto che un fiore c'era già.
Beh!


Per fare questa spilla ho usato:
- lana nera e uncinetto n°3
- perline di 2 diverse dimensioni
- filo di nylon
- spilla

E questo è il risultato finito:

Il risultato finale posso dire che mi soddisfa, e ora che ho ben chiaro come si fa, mi vengono altre 1000 idee su come potrei usare questi fiori e su come variare il tema della spilla... ma se avessi davvero il tempo di fare tutto quello che mi viene in mente, poi ne avrei da vendere!

giovedì 1 novembre 2012

STESSO VESTITO?!

L'altro giorno al corso di step in palestra, la ragazza proprio davanti a me indossava una maglietta identica alla mia... certo, non è difficile se la maglietta in questione è Decathlon e la maggior parte delle persone compra lì il proprio abbigliamento sportivo, però in situazioni di questo tipo si crea sempre quell'attimo di imbarazzo... Nonostante i negozi siano pieni di vestiti venduti in serie è abbastanza difficile trovarsi in due, nello stesso momento, con lo stesso capo!

Pink e Shakira con lo stesso abito.
Ricordo come fosse ieri quando, alla prima comunione di mio fratello, due mamme dei bambini sono arrivate vestite identiche (e non stiamo parlando di vestiti venduti da Oviesse!). Dei loro look cambiava solo il colore, infatti uno era sul verde, l'altro sull'azzurro, ma l'outfit completo era uguale... anche le scarpe!
Non oso immaginare l'imbarazzo e la delusione... tempo e soldi spesi nella scelta, e non sentirsi unica.
Dunque, come "rimediare" in casi del genere?
Suggerire di stare quanto più possibile lontane, sembra logico quanto stupido e, in alcuni casi, impossibile.
Si può solo sperare di aver personalizzato i capi con degli accessori che li distinguano... e, se l'incontro è ravvicinato, basta affrontare la "situazione" con disinvoltura e magari riderci su!

Voi avete qualche altra idea?